Alpine A480. L’affidabilità? Un must
10 Giugno 2022
Per loro natura, le gare di endurance mettono a dura prova la meccanica. Più che in altre discipline, l’affidabilità svolge, in questo caso, un ruolo fondamentale. Responsabile delle Operazioni di Alpine Elf Endurance Team, David Vincent ci spiega come la scuderia, ora in testa al Campionato Mondiale di Endurance, gestisce questo parametro in vista della 24 Ore di Le Mans.
È molto semplice: da quando il team Alpine è passato nella categoria top dell’Endurance, a inizio 2021, vanta un bilancio perlomeno impressionante a livello di affidabilità. Giudicate voi stessi: l’Alpine A480 si è presentata sulla griglia di partenza di una gara per otto volte, e per otto volte ha tagliato il traguardo e i suoi tre piloti sono sistematicamente saliti sul podio! Circa 72 ore di gara a tutta velocità senza che un intoppo possa inceppare la meccanica della bella auto blu… una performance a dir poco notevole, che suscita invidia.
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Nell’Endurance, l’affidabilità è di primaria importanza. Un’auto che non arriva a fine gara non serve a niente!
David Vincent, Responsabile delle Operazioni di Alpine Elf Endurance Team
Due parametri importanti
Certo, quel perfezionista di David Vincent, Responsabile delle Operazioni del team, vi dirà che ci sono stati alcuni imprevisti, come nella fornace del Bahrain, l’anno scorso. È vero, ma persino quel giorno Nicolas Lapierre, Matthieu Vaxiviere ed André Negrão sono riusciti a tagliare il traguardo, guadagnare punti e salire sul podio. Un livello di affidabilità così non è certo frutto del caso. È il risultato di due importanti parametri: un’ottima progettazione e una gestione rigorosa dei processi operativi.
Gli ingegneri e i meccanici della scuderia Alpine Elf Endurance Team non lasciano nulla al caso
Livelli di impegno variabili
Inoltre, non tutti i circuiti sono altrettanto impegnativi. Alcuni richiedono ai meccanici più sforzi di altri. È il caso di Sebring, circuito dove si è svolta la prima manche del Campionato Mondiale di Endurance 2022, vinta da Alpine lo scorso marzo. «Sebring è la pista più impegnativa dell’anno, perché è molto accidentata» conferma David Vincent. «È sempre un po’ seccante, d’altronde, cominciare la stagione con questo evento. In termini di affidabilità, disputare una gara di 8 ore a Sebring è come correre per 24 ore sulla pista di Le Mans. È ovvio che i componenti utilizzati per una gara tanto faticosa sono destinati ad essere praticamente buttati via mentre, dopo la 24 Ore di Le Mans, alcuni componenti possono ancora essere riutilizzati.»
La fornace di Sebring mette l’A480 a dura prova
La gestione dei componenti è una delle chiavi dell’affidabilità. «Quando riceviamo l’approvvigionamento dei componenti, ogni pezzo è catalogato con un codice a barre o un’incisione per garantirne la tracciabilità per tutta la vita, con un rilevamento preciso dei chilometri accumulati», precisa questa colonna portante del team. «Viene previsto in anticipo un piano di utilizzo in modo da massimizzare la redditività. Dopo averli utilizzati in gara, i componenti possono essere sfruttati nelle sessioni di prova fino a fine vita, ma in genere non ci assumiamo il rischio di riutilizzarli in gara.»
Ciò non significa che l’auto sia equipaggiata con componenti nuovi di zecca ogni volta che partecipa ad una gara. «Può accadere di non usare componenti al 100% nuovi», precisa David Vincent. «In certi casi, preferiamo partire con pezzi già rodati nelle prove o che hanno già fatto una gara piuttosto di optare per componenti nuovi.»
È necessario prevedere una minuziosa gestione dei componenti
Le Mans, il verdetto finale
Naturalmente, la 24 Ore di Le Mans è una sfida speciale, secondo David Vincent: «A Le Mans, è la durata stessa dell’evento che rende la gara tanto difficile. La pista di per sé non è necessariamente molto impegnativa. E poi, fin dall’inizio, la nostra auto è stata progettata per percorrere una tale distanza senza problemi. Una volta dato il via, in teoria, il nostro ruolo si limita a fare il pieno e cambiare le gomme.» Le gare di Endurance sono diventate vere e proprie gare di velocità e un qualsiasi intervento meccanico rovinerebbe ogni speranza di piazzarsi bene.
Grazie alla telemetria e ai numerosi sensori di bordo, gli ingegneri possono seguire in tempo reale il funzionamento dell’A480: «Tra gli elementi che costituiscono l’auto, ci sono alcuni organi che sono da tener d’occhio con maggior attenzione: si tratta dei componenti elettronici, quelli che si chiamano i sistemi, che oggi sono gli elementi più fragili. Il 90% dei problemi che si hanno in gara sono, in genere, dovuti all’elettronica», analizza David Vincent.
Attenzione ai freni sulla pista della 24 Ore di Le Mans
Anche altri componenti, più meccanici, sono particolarmente sollecitati sulla pista di Le Mans: la trasmissione e i freni. Questi ultimi sono messi a dura prova anche perché il regolamento impone all’Alpine A480 di prevedere a bordo una notevole zavorra rispetto al suo peso originario. I freni sono fondamentali sia per la performance che per la sicurezza dei piloti. I dischi in carbonio, le pinze e le pastiglie sono dimensionati in modo da non dover essere cambiati per due giri interi di orologio.
Traiettorie studiate
Prima della gara i piloti, in compagnia degli ingegneri, fanno il giro del circuito a piedi per stabilire una linea di condotta: «In ogni curva, decidono insieme di mettere le ruote in determinati punti e non in altri, di salire su un dato cordolo o, al contrario, di evitarne un altro in modo da preservare le sospensioni, la carrozzeria e tutto il resto.»
A volte, le circostanze della gara scombussolano anche i migliori piani di battaglia: pioggia, safety car, un piccolo contatto o una collisione imprevista possono cambiare il corso degli eventi. Anche in questo caso, il team è pronto a fare tutto il possibile per portare l’auto al traguardo: «Se mai si dovesse intervenire dopo una collisione, tutti i componenti di back-up sono già pronti. Tutti i nostri sottogruppi sono predisposti in modalità “plug and play” per essere montati il più velocemente possibile sull’auto», prosegue il Responsabile delle Operazioni.
In caso di problemi, i meccanici possono intervenire velocemente per cambiare un pezzo
Speriamo che l’11 e il 12 giugno l’Alpine 480 non abbia bisogno di un simile intervento e che, come in tutte le altre gare del Campionato, giri come le lancette di un orologio… non una volta, ma due!
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