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Balle di fieno e sacche da golf: la rivoluzione del portellone

22 Ottobre 2021

Voglio più volume”: sono queste le parole pronunciate da Pierre Dreyfus, a capo di Renault tra il 1955 e il 1975, durante il briefing ai team impegnati nella progettazione della Renault 4. Un’auto atipica che avrebbe segnato la storia dell’automobile grazie ad una specificità che, oggi, può sembrare banale ma che, a quei tempi, era una piccola rivoluzione: il portellone. Insieme al pianale piatto, è questa “quinta porta” che ha permesso di creare un veicolo che fosse, al tempo stesso, una berlina ed una station-wagon, con ambizioni addirittura da veicolo commerciale. Ai tempi della 4L, con questo nuovo accesso al veicolo diventava possibile caricare facilmente persino una… balla di fieno. Oggi, su Arkana, il portellone facilita il carico di ben altri tipi di oggetti, come i bagagli per partire per il weekend o le vacanze. Hugues, Direttore di Renault Classic, ci parla della rivoluzione del portellone, introdotta da Renault.

È nel 1961 che Renault svela la Renault 4. A quei tempi, i francesi cominciavano a lasciare la campagna per trasferirsi più vicino alle città. Ma la rete dei trasporti pubblici era tutt’altro che ottimale, soprattutto in periferia. Nacque allora una nuova esigenza: avere un’auto adatta per la vita dei campi, ma anche per stare in città. Un veicolo che fosse in grado di accompagnare le persone nello shopping, ma anche semplicemente al lavoro. Era anche l’epoca in cui sempre più donne andavano a lavorare e in cui il potere d’acquisto dei nuclei famigliari cominciava ad aumentare. In questo contesto, quella che in breve tempo si sarebbe chiamata “4L” rappresentava una buona soluzione sia per la città che per la campagna. Per la settimana e per il weekend… e questo grazie al portellone!

Il portellone ha rivoluzionato l’automobile, rendendo possibile una grandissima modularità interna

Hugues, Direttore di Renault Classic

 

 

 

The Renault 4, la prima 5 porte di Renault

Una porta verso la libertà

La Renault 4 sarebbe, in breve tempo, diventata un vero e proprio fenomeno sociale grazie alla sua quinta porta. Promotore del progetto, Pierre Dreyfus, a capo della Régie Renault dal 1955 al 1975, aveva spiegato ai suoi team che ciò che voleva era «più volume», con un’auto «Blue Jeans», ovvero un veicolo che andasse bene per tutti, per raggiungere tutte le fasce d’età e tutte le classi sociali nel mondo intero. Con oltre 8 milioni di unità vendute in più di 100 Paesi, per oltre 30 anni, è chiaro che Renault ha vinto la scommessa. «Con la 4L e il suo portellone, abbiamo inventato un modello di auto, abbiamo creato un nuovo standard automobilistico», afferma Hugues esultando. «È un’invenzione geniale che permette di ottenere un’auto che è, al tempo stesso, una berlina ed una station-wagon, se non addirittura un veicolo commerciale.»

Pierre Dreyfus, a capo della Régie Renault dal 1955 al 1975, davanti alla Renault 4

Il portellone offre agli utenti della 4L un accesso semplice e pratico al volume interno, per caricare e trasportare balle di fieno o attrezzature da campeggio, a seconda delle attività e della vita che si conduce. Ma la grandissima modularità degli interni, resa possibile dalla quinta porta, offre anche ad ingegneri e designer la possibilità di creare le prime vere e proprie “auto da vivere”. «Il portellone permette, infatti, agli ingegneri di liberarsi dalla forma molto classica composta da cofano, abitacolo e bagagliaio», spiega Hugues. «Con la quinta porta, si è molto più liberi di progettare ciò che si vuole». In effetti, è il portellone che ha permesso di creare, in seguito, nuovi tipi di veicoli, come le monovolume e i SUV…

La Renault 16 rinuncia al bagagliaio tradizionale per il portellone

Applicabile su tutta la gamma

Dopo il successo della 4L, ottenuto anche grazie a quest’innovazione, Renault osa applicare la ricetta anche ad un segmento più convenzionale: quello delle berline familiari, dove il bagagliaio tradizionale detta legge. Nel 1965, nasce così la Renault 16, il fiore all’occhiello di una rivoluzione inedita, quella della “democratizzazione” di un nuovo standard, attraverso modelli più sofisticati. Ma a pensarci bene, la Renault 16 può essere considerata come una grossa Renault 4. D’altronde, presenta tutte le sue caratteristiche: in sostanza, una berlina, con una quinta porta ed un’incredibile modularità dei sedili posteriori.

Con la Renault 16, ci si rende conto che si può “imporre” il portellone ai modelli più familiari, se non addirittura ai veicoli alto di gamma. Hugues, Direttore di Renault Classic

La Renault 25 Baccara proponeva una custodia per i vestiti sotto il ripiano posteriore del portellone

In effetti, il portellone ben si adatta a tutti i modelli di veicoli, che si tratti di berline, coupé o city car. Renault comincia allora a sviluppare un’ampia gamma di modelli dotati di portellone, come le R20 e le R30, la Fuego, la R25, la R11, ecc. Il portellone ha anche avuto il suo momento di gloria alla Parigi-Dakar del 1982, vinta dai fratelli Marreau a bordo di una Renault 20.

Grazie al portellone, il bagagliaio di Renault Arkana è di facile accesso

Un portellone per Arkana? Assolutamente sì!

Oggi, nella gamma Renault, il miglior ambasciatore del portellone è Arkana. «Il portellone era necessario per questo veicolo, che è un sapiente mix di SUV e berlina», spiega Hugues. «È la soluzione ideale per il designer, che può avere linee tese ed eleganti e, al tempo stesso, offrire al cliente tutta la praticità necessaria» prosegue. «Su Arkana, il portellone consente di creare più volume, migliorare l’accessibilità all’interno ed ottenere una capacità di carico superiore rispetto a quella di un normale bagagliaio». Insomma, è il veicolo ideale per caricare tranquillamente la sacca da golf … e, nel caso, anche una bella balla di fieno!

Paola Repaci

Paola Repaci

Renault/Alpine Product & Corporate Communication Manager