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CENTRO TECNICO DI AUBEVOYE: 40 ANNI DI STORIA E PASSIONE PER LE AUTO

30 Giugno 2022

Nascosto nella foresta dell’Eure, nel cuore del Parco Regionale delle Anse della Senna Normanna, il Centro Tecnico di Aubevoye (CTA) è un luogo segreto del Gruppo Renault.  Questo sito ospita tutti i prototipi delle Marche del Gruppo per convalidarne lo sviluppo. Alternando prove statiche e dinamiche, messa a punto e test di resistenza, è qui che i nuovi modelli vengono certificati prima di essere lanciati sul mercato. Costruito nel 1982, il CTA festeggia oggi 40 anni. Intere generazioni di uomini e donne appassionati si sono succeduti per scrivere la storia del sito, ma anche di tutta la regione e di uno straordinario sistema industriale. Questi 40 anni, costellati da speranze e difficoltà, sforzi e successi, fanno l’orgoglio di ogni singolo dipendente e tracciano la storia dei modelli che hanno fatto i loro primi giri di pista ad Aubevoye.

 

Percorrendo la dipartimentale 6015 in direzione della città di Gaillon, si vedono solo boschi su entrambi i lati della strada. Prima di trovare il cartello che indica il Centro Tecnico di Aubevoye (CTA), nessun indizio tradisce la presenza di questo sito del Gruppo Renault. Un centro tecnico unico e singolare che dispone di mezzi e strumenti all’avanguardia della tecnologia per riprodurre tutta la gamma di sollecitazioni a cui saranno sottoposti i veicoli una volta nelle mani dei clienti. 613 ettari di terreno, 35 piste che si snodano per 60 km, 42 banchi di prova, 2 gallerie del vento, 18 camere per test di corrosione, il tutto nascosto tra 272 ettari di bosco che proteggono da sguardi indiscreti i veicoli in corso di sviluppo.  

 

Qui possono entrare solo gli addetti ai lavori, ma per festeggiare i 40 anni di questo sito dove, a ogni passo e dietro ogni angolo, si opera una magia, vi invitiamo a questo “Porte Aperte” virtuale, alla scoperta di tanti segreti!

 

Tutti i modelli del Gruppo Renault sono testati presso il Centro Tecnico di Aubevoye

 

Le piste di Aubevoye: 6 milioni di chilometri di collaudi all’anno!

Tenetevi forte… se oggi la pista più lunga del calendario di Formula 1 è lunga 7.004 km, le piste di Aubevoye si sviluppano per oltre 60 km, riproducendo tutti i tipi di reti stradali del mondo. Costruite tra il 1982 e il 2000, le varie piste e strade fanno sognare gli amanti delle sensazioni forti per superficie, sinuosità o pendenza. Ma, oltre al piacere che i collaudatori provano nel testare i prototipi Renault, Dacia ed Alpine, le sfide sono molto chiare: ascoltare ogni singolo rumore, testare ogni minimo elemento, dallo sterzo alle sospensioni passando per la resistenza e il comportamento su strada.


 



"Per tener traccia dei punti precisi in fase di test, adottiamo un metodo molto noto agli amanti dei circuiti: diamo un nome alle curve."

Frédéric, Responsabile Piste presso il Centro Tecnico di Aubevoye

 

Sulla pista dove viene testato il comportamento su strada asciutta, ogni curva ha un nome ben definito. Non stupitevi, tutto ha una spiegazione! Cominciamo dalla “zampa di gallina”. All’ingresso del circuito, la pista si dirama a destra e a sinistra, creando un disegno che ricorda la zampa di un uccello. Nome poetico e metaforico! La curva successiva è stata battezzata “il dito del guanto”. Niente di più logico, in quanto assomiglia proprio… al dito di un guanto, bello tondo. Per la curva più veloce del circuito (si prende a oltre 200 km/h), i responsabili delle piste hanno reso omaggio a un pilota dal tragico destino, Alberto Ascari, due volte campione del mondo di Formula 1 negli anni 1950. Poi, c’è un riferimento all’autodromo di Linas-Montlhéry, con due curve che hanno ereditato il nome di “Fibbie dei Bicorni”. Si aggiunge alle curiosità la “curva della fattoria”, in quanto dalle foto storiche risulta che, nei pressi di quel punto, c’era una fattoria. E per finire la famosa “uscita pim-pam” che non ha neppure bisogno di presentazioni, basta sentire il nome per farsi un’idea di come possa essere. Utilizzata per mettere a punto il telaio, questa pista di 3,9 chilometri è ideale per effettuare tutta una serie di test: allineamento del treno anteriore e del retrotreno, aderenza al suolo, resistenza dei freni, affidabilità e motricità, reazione alle derapate. La pista su cui viene testato il comportamento su strada bagnata è complementare rispetto a questa ed arricchisce ulteriormente la serie di test.

Collaudo del comportamento dell’Alpine A110 S su pista bagnata

 

Da Roma a Bruxelles, in pochi secondi

Ora andiamo a visitare alcune capitali europee. È facile, basta seguire i cartelli che indicano nomi come Roma, Bruxelles, Madrid e Londra. Si tratta di segnare l’ingresso “in centro città”, una pista lunga un po’ più di 2 chilometri che riproduce le condizioni di guida urbana: semafori rossi, stop, dossi e tanti incroci. In pochi secondi, si passa da Roma a Bruxelles. Buon viaggio!

Megane E-TECH Electric sulla pista “centro città”, passando da Roma a Bruxelles

Passiamo poi all’anello di velocità. Come dice il nome stesso, è qui che si raggiunge la massima velocità in pista. I piloti possono spingere il motore fino a 250 km/h, con le curve rialzate che permettono di raggiungere i 180 km/h, senza girare il volante. È qui che vengono effettuati tutti i test aerodinamici. C’è, in particolare, una curiosità che merita di essere ricordata: lungo questa pista sono posizionati 16 enormi ventilatori che simulano il vento, da 14 a72 km/h, per verificare la stabilità dei vari modelli e calcolare la deviazione della traiettoria. Per i veicoli commerciali, a causa del loro peso elevato, viene aggiunto un supporto elettronico per mantenere la stabilità in autostrada. Si noti che, come su una vera pista, sull’anello di velocità si circola in senso antiorario. Emisfero sinistro del cervello, circolazione sanguigna del cuore, forza centrifuga, tradizione romana… sono tutte leggende e supposizioni per spiegare questo fenomeno. Una cosa è certa: nessuno sa (ancora) quale sia la risposta esatta. Ma è così!

 

Sull’anello di velocità i veicoli possono raggiungere fino a 250 km/h

E per cambiare registro, naturalmente ad Aubevoye ci sono pendii ripidi, montagne di media quota e piste off-road per testare i vari modelli, tra cui anche i fuoristrada. Oltre 40 metri di dislivello per la montagna e, per vivere le più forti sensazioni off-road, tanti attraversamenti di ponti, buche e sentieri da percorrere. La specificità della pista off-road è che la sua distanza è sconosciuta. Quando si fanno i test, la leggenda vuole che non ci si avventuri mai da soli o che si sia (almeno) ben equipaggiati! In pista, la motricità dei modelli è messa a dura prova. Un’altra curiosità? Che si tratti di strada statale, ripidi pendii o montagne di media quota, c’è sempre un egual numero di curve a destra e sinistra.

Dacia Duster testa la motricità su una pista off-road

Tutte queste piste ci vengono presentate in esclusiva e con video girati da Laurent Hurgon, pilota collaudatore di Alpine Cars nonché sviluppatore di tutti i modelli del Gruppo Renault, sul sito di  Aubevoye.

 

Piste estreme per la sostenibilità

Prima di lasciare le piste, facciamo un salto laddove i nostri veicoli sono letteralmente “torturati”. Per riprodurre tutti i tipi di strada e simulare le condizioni meteorologiche dei vari Paesi, il CTA è dotato di piste estreme. Per esempio, la galleria della polvere che ripropone le condizioni che si trovano in Argentina, un Paese con livelli di polvere molto elevati. Per i Paesi soggetti a forti precipitazioni, è previsto un guado profondo 24 centimetri, a cui si aggiungono buche di 6 centimetri. In totale, i vari modelli testati devono resistere alle sollecitazioni provocate da traversate in 30 centimetri d’acqua. È stata creata anche una gigantesca “pozzanghera” di tre metri per tre, per assicurarsi che l’auto non subisca danni, neppure quando l’attraversa a 80 km/h.

La galleria della polvere riproduce le condizioni che si trovano in Argentina, un Paese con livelli di polvere molto elevati

Il guado ripropone le condizioni climatiche dei Paesi soggetti a forti precipitazioni

Ormai l’avrete capito: sulle piste di Aubevoye ci sono tante curiosità quanti chilometri. Se le prove dinamiche sono fondamentali per verificare il comportamento su strada, le prove statiche sono indispensabili in fase di progettazione dei nuovi veicoli. I numerosi edifici del Centro Tecnico di Aubevoye ospitano strumenti e mezzi che neanche si possono immaginare. Andiamo alla scoperta dei sistemi per mettere a punto lo sviluppo dei modelli.

 

Dai plotter ai computer, evoluzioni che fanno la storia

È più che naturale chiedersi come venivano effettuati i test prima dell’introduzione di computer e software di calcolo. La risposta si trova ad Aubevoye, dove Jean-Marc, esperto di metodi di prova, ci spiega: «Per calcolare le prestazioni di velocità e consumi, prima dell’avvento dei computer, ci servivamo dei plotter. Il trucco stava nel tracciare in anticipo il disegno del profilo di velocità che il conducente avrebbe dovuto seguire. Ma i mezzi per effettuare i test si sono continuamente evoluti per rispondere alle normative sempre più severe e agli sviluppi tecnologici: motorizzazioni ibride, elettriche, a idrogeno…

Ora sono centinaia i parametri presi in considerazione per analizzare e ottimizzare il rendimento dei veicoli.»

Ma negli ultimi 40 anni, le cose sono molto cambiate. Oggi tutto si misura, persino il silenzio. Per ogni modello, la qualità acustica all’interno dell’abitacolo, ma anche fuori, è tenuta sotto controllo per offrire il massimo comfort ai clienti ed attenersi alle varie normative. Anche le onde elettromagnetiche vengono monitorate in strane camere dette anecoiche o semi-anecoiche, situate nel cuore del laboratorio di Compatibilità Elettromagnetica costruito nel 2005. Camera del suono, camera della radiofrequenza, camera del silenzio e dell’immunità, tutte queste innovazioni contribuiscono ad evitare i disturbi elettromagnetici e a convalidare le nuove funzioni connesse sempre più complesse dei veicoli.

Anche i banchi di prova, le gallerie del vento e le camere per test di corrosione fanno parte di questo esclusivo centro. I veicoli sono sottoposti a ripetute sollecitazioni per testarne l’invecchiamento. Nebbia salina, gallerie del vento climatiche calde o fredde con temperature che vanno da – 30 a + 55°C, con venti che soffiano a 230 km/h: lo scopo è quello di riprodurre in pochi mesi anni di utilizzo da parte dei clienti di tutte le regioni del mondo, anche le più ardue.

E per concludere la storia di questo straordinario sito, eccovi ancora qualche curiosità da tenere a mente:

  • Per ogni albero abbattuto per la costruzione di edifici e piste, ne sono stati piantati tre all’interno e all’esterno del sito.
  • Dato il gran numero di ettari di bosco che fa parte del Centro, c’è un servizio di gestione forestale che si occupa della sua manutenzione e... della vendita del legno.
  • L’anno scorso sono stati riciclati 2.300 veicoli a fine vita, grazie ad un’esclusiva piattaforma di riciclo presente sul sito.   
  • Le presentazioni di design sono effettuate in questo sito che offre una rete di piste al riparo da teleobiettivi e sguardi indiscreti.  
  • Il cammino di ronda previsto dal servizio di sicurezza misura 14 chilometri.
  • Un nuovo banco di prova, esclusivo per la Francia, sta per essere avviato: consente di misurare consumi-inquinamento, range di temperature e simulazioni solari.

Grazie alle immagini, scopriamo ora le principali fasi di costruzione di questo sito, da cui transitano tutti i veicoli del Gruppo Renault.

Il Centro Tecnico di Aubevoye è costruito nel 1982

Le prime piste vengono create nel 1982 – anello di velocità, pista per studiare il comportamento dei veicoli, area di sviluppo, pista di lavoro, ecc.

I primi banchi dinamometrici sono installati nel 1983 per effettuare misurazioni ed omologazioni dei consumi – inquinamento; da allora, sono state effettuate diverse ristrutturazioni, modifiche e sostituzioni


1993 – Creazione delle due gallerie del vento climatiche, calda e fredda

In tutti questi anni sono state organizzate tante mostre nel sito di Aubevoye

Nel 1995, costruzione di 13 altre piste ad Aubevoye come la “centro città”, la pista di sintesi comfort, la pista veloce, la pista bagnata, la pista off road

1992 – Banco dinamometrico acustico all’esterno per misurare i rumori del veicolo

Nel 2000, costruzione di ripidi pendii, di montagne di media quota e della strada statale

 



2005 – Il Centro Tecnico di Aubevoye si è lanciato nella progettazione e costruzione del Centro di Compatibilità Elettromagnetica

 

2020 – Messa in funzione di un nuovo banco consumi – autonomia climatica (-30 / +50°C con simulazione solare

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Paola Repaci

Paola Repaci

Renault/Alpine Product & Corporate Communication Manager

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