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CS - ALPINE CELEBRA IL SUO SESSANTESIMO ANNIVERSARIO A DIEPPE

10 Settembre 2015

CELEBRAZIONE DEI 60 ANNI DI ALPINE A DIEPPE: IL RADUNO DI TUTTI I RECORD

- L’AAA (Association des Anciens d’Alpine) riunisce gli appassionati della Marca nei giorni 11, 12, 13 settembre 2015 a Dieppe per un raduno senza equivalenti in occasione dei 60 anni di Alpine.

- Alpine è sempre presente a fianco dell’associazione per soffiare, in famiglia, le sessanta candeline della Marca creata nel 1955 da Jean Rédélé. Parteciperanno alla festa le équipe progetto dell’“A con la freccia”, dirette da Bernard Ollivier, e l’équipe Signatech-Alpine di Philippe Sinault con i suoi piloti, accompagnati dalla concept-car Alpine Vision Gran Turismo, la show-car Alpine Célébration e l’A450B da competizione.

- Sono attese da tutta l’Europa oltre 750 Alpine con i loro equipaggi e migliaia di visitatori. Grazie alla presenza di numerosi piloti legati ad Alpine, dalle origini a oggi, a un programma ricco e a numerose animazioni, l’edizione 2015 si annuncia come il raduno di tutti i record, a livello di partecipazione, spettacolo ed emozione.


ALPINE A FIANCO ALL’ASSOCIAZIONE

Dal 2012, Alpine vive un periodo di effervescenza, di passione e creatività. Ravvivato dall’anniversario dei 50 anni della Berlinette e incarnato dalla spettacolare A110-50, il rinnovo di Alpine ha inizialmente assunto la forma di un vittorioso ritorno in competizione con l’A450 nel 2013, e successivamente si è trasformato nel secondo titolo di Campione d’Europa di endurance nel 2014.

Il 2015 segna una tappa memorabile in questo fertile periodo, con le celebrazioni associate ai 60 anni della Marca di Jean Rédélé e il fuoco d’artificio di creatività che le accompagna.

Questo fine settimana, organizzato dagli appassionati, fornisce ad Alpine l’occasione di condividere questo entusiasmo con tutti i membri della famiglia al completo.

Molti potranno scoprire a Dieppe, in grandezza naturale, le vetture originali che hanno segnato quest’anno:
- Alpine Vision Gran Turismo, concept-car virtuale realizzata su scala 1:1,
- Alpine Célébration, con il nuovo look Dieppe,
- e, naturalmente, l’A450-B schierata, per la prima volta, nel Campionato del mondo di endurance (WEC).

Per Bernard Ollivier, CEO della Société des Automobiles Alpine, questo week-end dedicato alla saga Alpine resterà impresso nella memoria:

«Organizzare il più importante raduno degli appassionati di Alpine, a Dieppe, per i 60 anni della Marca, rappresenta certamente un enorme sfida, ma i fedeli di Alpine si sono spontaneamente mobilitati, con il supporto dei loro partner, dalla città di Dieppe, dall’agglomerato urbano di Dieppe Maritime, dalla provincia e dalla regione, per assicurare un eclatante successo all’evento. Quanti minuziosi preparativi e difficoltà logistiche da superare per permetterci di vivere un week-end indimenticabile! Un week-end all’insegna della condivisione, della convivialità e della passione. Un week-end al 100% Alpine!

Sono particolarmente commosso dallo straordinario lavoro realizzato: la mobilitazione dei numerosi club Alpine nel mondo interno, la massiccia partecipazione di appassionati che arrivano con la loro auto da tutta l’Europa e addirittura da alcuni paesi più distanti, e il forte legame che unisce le decine di migliaia di spettatori attesi.  Mi emoziona anche la presenza dei Team dell’epoca che hanno scritto, e che fanno rivivere oggi, la leggenda Alpine. Attiro l’attenzione di tutti sull’eccezionale partecipazione dei piloti di tutte le generazioni che hanno accompagnato la Marca nei rally, nell’endurance e con le monoposto: una presenza unica nel suo genere, praticamente irripetibile. Ecco perché ringrazio di cuore tutti coloro che hanno reso possibile questa edizione 2015: un’edizione eccezionale all’altezza dell’anniversario celebrato. Dimostrano così che la fiamma Alpine brilla e non ha mai smesso di farlo, in particolare grazie ai suoi vecchi fan».
Bernard Ollivier , CEO della Société des Automobiles Alpine


ANIMAZIONI E MOMENTI SALIENTI DEL WEEK-END - www.retroalpine.com


Per tutti, espositori e visitatori, il polo d’attrazione e il punto d’incontro del week-end sarà il grande villaggio Alpine situato sul prato del lungomare e circondato dal parco auto dei partecipanti.

Sotto il grande tendone, una mostra presenterà i modelli emblematici della Marca e delle informazioni sulla ricca storia di Alpine. Nelle vicinanze, uno spazio integralmente dedicato ai commercianti e alla stampa specializzata consentirà ai visitatori di approfondire le proprie conoscenze e di scovare componenti e miniature della marca.

I simulatori di guida Gran Turismo consentiranno ai visitatori di prendere virtualmente il volante di Alpine Vision Gran Turismo e di partecipare a un concorso. Un’animazione speciale sui simulatori riunirà i tre piloti dell’équipe Signatech-Alpine, Paul-Loup Chatin, Nelson Panciatici e Vincent Capillaire, che si sfideranno per realizzare il miglior tempo sullo stesso circuito: il vincitore avrà l’onore di aprire, al volante di Alpine Célébration, la maxi-parata dei veicoli attraverso la città di Dieppe, un omaggio a Jean Rédélé che costituirà uno dei punti forti e più marcanti del week-end.

Tutti i piloti emblematici di Alpine che si sono distinti nelle diverse discipline della competizione avranno poi l’occasione di parlare del loro legame con la grande famiglia Alpine, condividendo degli aneddoti con il pubblico al microfono del podio riservato alle interviste.

Sullo stand dell’AAA (Amicale des Anciens d’Alpine), i visitatori potranno scoprire il volume storico “60 anni di Alpine a Dieppe 1955-2015”, con l’autore Louis Granon presente per una sessione di dediche del volume1 dedicato alla competizione. Da parte sua, l’associazione presenterà la brochure specificamente pubblicata per l’occasione.

Cinque percorsi di rally turistici forniranno l’occasione ai partecipanti di visitare i luoghi emblematici della regione e incontrare le persone che li dirigono con passione.

Infine, la serata di gala organizzata il 12 settembre a Saint Nicolas d’Aliermont riunirà non meno di 900 persone in presenza, tra gli altri, di Bernard Ollivier, CEO della Société des Automobiles Alpine, Philippe Sinault, Team Manager di Signatech Alpine, di tutti i piloti e delle équipe incaricate dello sviluppo, della fabbricazione e della promozione di Alpine.

CRONOLOGIA DELLA “SAGA ALPINE” organizzata dall’AAA

Venerdì 11 settembre
14.00 – 18.30: Accoglienza dei partecipanti. Installazione dei veicoli nei parchi di esposizione
14.30 – 18.30: Accesso libero al ‟Villaggio Alpine”, parchi di esposizione e animazioni
18.00: Inaugurazione ufficiale in presenza delle autorità
19.30: Navetta per St Nicolas
20.00: Cena a St Nicolas

Sabato 12 settembre
7.00 – 11.00: Accoglienza degli ultimi arrivati – Formazione del parco ‟statico”
7.30 – 9.00: Partenza dei diversi rally turistici
9.00 – 18.30: Accesso libero al ‟Villaggio Alpine”, parchi di esposizione e animazioni
15.00 – 17.00: Ritorno dai rally e formazione del parco ‟dinamico”
17.00: Consegna di trofei ai piloti
19.30: Navette per St Nicolas
20.00: ‟Serata Saga” a St Nicolas in presenza di J. Cheinisse, Presidente onorario dell’AAA – Ex Direttore Servizio Competizione Alpine

Domenica 13 settembre
10.00 – 18.00: Accesso libero al ‟Villaggio Alpine”, parchi di esposizione e animazioni
10.00 – 10.30: Partenza delle tre parate verso i quartieri di Dieppe
10.30 – Partenza della parata ‟Alpine Célébration” verso il centro città
10.30 – 11.15: Traversata dello stabilimento Alpine
11.30: Corona di fiori deposta al memoriale Jean Rédélé


SESSANT’ANNI FA… LA NASCITA DI ALPINE

Visto a distanza di tempo, il destino di Jean Rédélé sembra annunciato. Vissuto fin da piccolo in un mondo in cui l’automobile, la competizione e Renault erano le parole d’ordine, si è distinto a sua volta per una visione avanguardista della tecnologia e del commercio.

Nato il 17 maggio 1922, Jean è il primogenito di Émile Rédélé, concessionario Renault a Dieppe, e precedentemente meccanico di fiducia di Ferenc Szisz, primo “pilota collaudatore” della Marca all’inizio del secolo. Dopo gli studi all’istituto superiore di commercio HEC, Jean si fa notare dalla direzione generale di Renault per le idee commerciali innovative. A soli 24 anni, diventa il più giovane concessionario di Francia, succedendo al padre.

Considerando che «la corsa è il miglior banco di prova per i modelli di serie e che la vittoria è il miglior argomento di vendita», Jean Rédélé partecipa alle prime competizioni a 28 anni. Dopo un tentativo al Rally Monte-Carlo 1950, vince il primissimo Rally di Dieppe al volante della nuova 4CV, battendo modelli nettamente più potenti! Questo successo, che ha ottenuto un’eco nazionale, spinge Renault a fornirgli una 4CV ‘1063’ – la versione ‘speciale corsa’ – per la stagione successiva. Parallelamente ai nuovi successi ottenuti, Jean Rédélé cerca costantemente di migliorare le performance del suo bolide e, in tale prospettiva, si reca in Italia da Giovanni Michelotti, e gli ordina una 4CV Speciale Sport, caratterizzata da una carrozzeria in alluminio, molto più dinamica del modello originario. Nel corso del tempo, questa collaborazione tra il rallyman francese e il designer italiano porterà alla creazione di tre esemplari unici.

Aspettando la consegna del suo nuovo gioiello, Rédélé prosegue la carriera al volante della ‘1063’. Sceglie come copilota l’amico Louis Pons, concessionario Renault a Parigi ed Etampes. Sempre alla ricerca di performance, i due finanziano lo sviluppo di una trasmissione a cinque rapporti, progettata da André-Georges Claude, grazie alla quale riusciranno, tra l’altro, a trionfare nella loro categoria alla Mille Miglia, la famosa corsa tra Brescia et Rome.

La traiettoria di Jean Rédélé incrocia poi la 24 Ore di Le Mans e il Tour de France Automobile. Nel 1953, riceve finalmente la 4CV ‘Speciale’. Alla prima uscita, strappa la vittoria al 4° Rally di Dieppe a due Jaguar e una Porsche! L’anno successivo, l’equipaggio Rédélé/Pons ottiene una terza vittoria di categoria alla Mille Miglia, e conquista poi la Coppa delle Alpi. «È guidando sulle stradedi montagna, a bordo della mia 4CV, che mi sono divertito di più. Per questo ho deciso di chiamare le mie future automobili ‘Alpine’, perché i miei clienti potessero condividere lo stesso piacere», dichiarerà qualche tempo dopo.

L'idea di creare un proprio marchio è un pensiero fisso nella mente di Jean Rédélé. Sarà il suocero a supportarlo in questa impresa. Proprietario, tra l’altro, del Grand Garage de la Place de Clichy, in rue Forest, Charles Escoffier è uno dei maggiori concessionari Renault dell'epoca. Chiedendo al genero di aiutarlo a sviluppare e commercializzare una serie di ‘coach’ già ordinati a Gessalin & Chappe, lo spinge a creare la "Société des Automobiles Alpine", che nasce il 25 giugno 1955.

A106: L'INIZIO DI UN'INCREDIBILE EPOPEA

Immaginando le sue future automobili, Jean Rédélé voleva fare leva su alcuni principi elementari: una meccanica semplice ma competitiva, che utilizzasse il maggior numero di pezzi di serie, rivestita di una carrozzeria leggera e accattivante. Da un certo punto di vista, il coach immaginato da Charles Escoffier soddisfa questi prerequisiti… anche se Jean Rédélé non se ne attribuisce realmente la paternità!

Disegnato da Jean Gessalin e costruito dai fratelli Chappe, il primo prototipo è presentato da Charles Escoffier al Comitato direttivo di Renault nel febbraio del 1955. Dopo l'ottenimento dell'omologazione, Jean Rédélé impone alcune modifiche, derivate dalle 4CV sviluppate con Michelotti. Il coupé prende il nome di A106: A come Alpine e 106 in riferimento al nome di codice 1062 della 4CV, che funge da banca organi.

All'inizio di luglio, nel cortile della sede della Régie Renault, a Boulogne-Billancourt, tre esemplari dell'Alpine A106 sfoggiano i colori della bandiera francese: una blu, una bianca e una rossa. Pur non essendo particolarmente entusiasta della linea della prima Alpine, Jean Rédélé non nasconde l'orgoglio di essere diventato un vero costruttore automobilistico.

Dal punto di vista meccanico, l’A106 mantiene il telaio e gli assali della 4CV. Il motore quattro cilindri in linea da 747 cm3 è proposto in due versioni, da 21 e 38 CV. Questa prima Alpine si distingue in primo luogo per la carrozzeria in poliestere, applicata al telaio originale della 4CV.

In opzione, è possibile equipaggiare l'A106 con la trasmissione a cinque rapporti ‘Claude’, o con la sospensione ‘Mille Miles’, costituita da quattro ammortizzatori posteriori.

Fedele ai suoi principi di miglioramento continuo – in un'epoca in cui il kaizen non è ancora entrato nel lessico dell’industria automobilistica – Jean Rédélé cerca senza sosta di fare evolvere l'A106. Stanco delle reticenze della Chappe & Gessalin nel far evolvere l’A106, Jean si decide ad aprire la propria carrozzeria: RDL. La scelta dell'indipendenza si traduce nel lancio di una versione cabriolet, disegnata da Michelotti e presentata al Salone di Parigi del 1956. Una terza variante viene lanciata nel 1958: l’A106 ‘Coupé Sport’. Si tratta in realtà di un cabriolet su cui è saldato un hard-top!

Con 251 esemplari di A106 prodotti tra il 1955 e il 1960, l'azienda di Jean Rédélé può considerarsi avviata. Ma si tratta solo di una prima tappa…

A108: LA PRIMA BERLINETTE

Dobbiamo parlare dell’A108 o piuttosto delle A108? Le varianti alla carrozzeria e le diverse configurazioni sono tali e tante che è difficile illustrare in modo schematico la storia di un modello prodotto in 236 esemplari tra il 1958 e il 1965.

Il nome A108 appare per la prima volta al Salone di Parigi del 1957. Le carrozzerie del coach A106 – prodotto da Chappe & Gessalin – e del cabriolet RDL sono inizialmente mantenute, mentre la metamorfosi avviene sotto il cofano: il motore della 4CV è sostituito dall'845 cm3 "Ventoux" della Dauphine. Dopo una serie di evoluzioni, sarà possibile optare per un blocco rialesato a 904 cm3 e preparato da Marc Mignotet, o per il motore della Dauphine Gordini (998 cm3).

Evolve anche lo stile, sulla base di una variante dell’A106 disegnata da Philippe Charles, un giovane designer di 17 anni! Partendo dal cabriolet disegnato da Michelotti, i fari vengono ricoperti da una sfera in plexiglas, mentre la parte posteriore si allunga per ottenere una linea più slanciata. Battezzata ‘berlinette’, quest'automobile è schierata da Jean Rédélé al Tour de France Automobile del 1960 per due equipaggi, Féret e Mechy. L'apprezzamento del pubblico è tale che questo nuovo volto si impone rapidamente sui cabriolet e i coupé-sport prodotti da RDL.

Un'altra svolta importante è quella del 1961, con la generalizzazione del telaio a trave centrale su tutti i modelli. Questa architettura si basa su una robusta trave centrale, su cui poggiano le traverse laterali che sostengono l’intelaiatura anteriore e posteriore. Migliore in termini di rigidità e leggerezza, questa innovazione è la chiave delle performance su strada delle Alpine, generazione dopo generazione.


WILLYS-INTERLAGOS: L’ESEMPIO DI UNA POLITICA DI ESPORTAZIONE INNOVATIVA

Pur consapevole del fatto che uno sviluppo internazionale può offrirgli le necessarie leve per la crescita, Jean Rédélé si batte contro le scarse risorse, che non gli consentono di creare e sviluppare una rete di esportazione tradizionale. Sceglie quindi un'altra strada, proponendo ad alcuni partner industriali di produrre le sue automobili sotto licenza.

Bisogna dire che le Alpine sono piuttosto facili da assemblare, anche da personale non qualificato. Inoltre, sono apprezzate per l'affidabilità, in quanto la loro meccanica proviene dalla banca organi di Renault.

Dopo un insuccesso registrato in Belgio – meno di 50 esemplari di A106 saranno prodotti dall'industriale Small – è in Brasile che Rédélé trova uno sbocco internazionale. La società Willys-Overland, già produttrice delle Dauphine sotto licenza Renault, lancia una produzione con i macchinari forniti dalle officine di Dieppe. Dal 1960 in poi, lo stabilimento di San Paolo produce le Interlagos, dal nome del famoso circuito brasiliano. A prima vista, solo un occhio esercitato è in grado di distinguere un'Interlagos dalla sorella gemella Alpine A108.

La partnership prosegue con l’A110. complessivamente, saranno prodotte fino al 1966 un migliaio di unità, tra coupé, berlinette e cabriolet.

Come in Francia, queste Alpine d’oltreoceano si rivelano all'altezza in competizione, in particolare nelle corse di resistenza, come la Mil Milhas. Infatti, è dopo aver esordito su alcune Interlagos che Carlos Pace, Emerson e Wilson Fittipaldi arriveranno in Europa per accedere agli onori della Formula 1.


Questa collaborazione funge da modello per altri accordi in Messico (Dinalpine), Spagna (Fasa) e Bulgaria (Bulgaralpine). Così, circa il 15% delle Alpine viene prodotto sotto licenza all'estero.


A110: SEMPLICEMENTE MITICA

Abbinando l'identità estetica di Philippe Charles all'architettura a trave centrale, l’A108 pone le basi dell’A110, che vede la luce nel 1962. Dopo la 4CV per l’A106 e la Dauphine per l’A108, sarà la Renault 8 a fungere da banca organi per l'ultima creazione di Jean Rédélé.

Già solide fin dal primo giorno, le relazioni con Renault si rafforzano ulteriormente quando la Régie chiede alla Marca di rappresentare i suoi interessi in competizione. Dal 1967 in poi, tutte le automobili prodotte porteranno la denominazione ufficiale Alpine-Renault.

Sostenuta dal successo della Marca nei rally, la Berlinette si trasforma in un trionfo commerciale. Per rispondere all'aumento costante della domanda, Alpine deve allora adattare la propria struttura industriale, con una produzione suddivisa tra l'officina diavenue Pasteur a Parigi, lo stabilimento storico di Dieppe, e la nuova unità produttiva insediata a Thiron-Gardais (Eure-et-Loir).

Con il passare degli anni, l’A110 evolve regolarmente. Il motore da 1108 cm3 passa via via a 1255, 1565 e 1605 cm3. Le modifiche estetiche sono di piccola entità, ma numerose: calandra a quattro fari, parafanghi allargati, radiatore anteriore, carenatura posteriore smontabile… Nel 1977, la produzione si conclude con la 1600SX, equipaggiata con motore 1647 cm3.


DALLA BERLINETTE ALLA GRAN TURISMO

Progettata secondo le istruzioni di Jean Rédélé, l’A310 deve consentire alla Marca di sfruttare appieno il successo della Berlinette. Purtroppo, la crisi petrolifera del 1973 interrompe il circolo virtuoso e le vendite diminuiscono significativamente. Poco alla volta, Alpine risale comunque la china, introducendo alcune evoluzioni: alimentazione a iniezione nel 1974, montaggio del motore V6 PRV nel 1976, retrotreno della R5 Turbo nel 1981…

Nel 1985 entra in scena la nuova GTA. Con questo modello, Alpine si allontana un po' di più dal concetto spartano della berlinette, per avvicinarsi al mondo delle Gran Turismo. Nell'ultima versione con il motore V6 Turbo, la GTA sviluppa 200 CV, guadagnandosi l'appellativo di aereo da caccia stradale!

Nel 1990 l’A610 entra in listino con un V6 Turbo da 2963 cm3. Nonostante la performance su strada e il comportamento dinamico, apprezzato dalla stampa, il modello non incontra i favori del pubblico e scompare nel 1995.

Dopo l'interruzione della produzione dell’A610, lo stabilimento di Dieppe prosegue l’attività con numerosi modelli sportivi di Renault Sport, dalle R5 Turbo alle Clio R.S., passando per le Spider Renault Sport o Clio V6, sulla scia di quanto già fatto con le Renault 5 Alpine. Oggi, questo stabilimento storico – che ha sempre mantenuto il logo Alpine sulla facciata – è al centro della rinascita della Marca.


IL RINNOVAMENTO DI  ALPINE

Spesso evocato da più parti, fortemente auspicato dagli appassionati da circa vent'anni, il rilancio di Alpine doveva trovare un contesto favorevole per partire.

La rivelazione della concept-car Alpine A110-50, in occasione del 50° anniversario della Berlinette nel 2012, era una tappa per verificare se la fiamma fosse ancora accesa.

Il 5 novembre 2012, Carlos Ghosn annuncia ufficialmente la rinascita di Alpine e l'avvio della progettazione di una ‘Berlinette del XXI secolo’ entro il 2016.

Con la partecipazione di cinque A110 al Rally di Monte-Carlo Storico del 2013, 40 anni dopo la leggendaria tripletta del 1973, l'entusiasmo generale è tale che non è più possibile fare retromarcia!

Sotto la direzione di Bernard Ollivier, la Société des Automobiles Alpine lavora attualmente sulla "Berlinette del XXI secolo". Il concetto generale e il design sono ormai definiti e il lavoro prosegue ora con la progettazione pezzo per pezzo, la creazione dei modelli e l'industrializzazione. A questo scopo, sono stati fatti ingenti investimenti nello stabilimento di Dieppe, mentre alcuni prototipi anonimi stanno già circolando per testare le diverse soluzioni tecnologiche.

Nell'attesa di svelare al pubblico il nuovo modello, Alpine dà lustro alla propria immagine di auto da competizione impegnandosi con successo nei Campionati Europei di Resistenza e, dal 2015, nel WEC (World Endurance Championship), coronato dall’evento della 24 Ore di Le Mans.

Nel 2015, Alpine crea ancora l'evento fuori dell’ambito della competizione, presentando successivamente due concept-car di rilievo.

- Alpine Vision Gran Turismo: eroina di un videogioco a cui dà il proprio nome, il modello esprime appieno la passione Alpine coniugando sportività e modernità. Alpine Vision Gran Turismo proietta in modo originale “l’A con la freccia” in una nuova dimensione.

- Alpine Célébration: il nome stesso non lascia dubbi, poiché questa show-car è stata effettivamente progettata per festeggiare il 60° anniversario della Marca fondata da Jean Rédélé. Adottando i codici stilistici dei modelli emblematici della sua storia, Alpine Célébration evoca il DNA della competizione e si associa all’evento leggendario delle 24 Ore di Le Mans e poi del Festival of Speed di Goodwood, suscitando sorpresa ed emozione.

ALPINE VISION GRAN TURISMO

Frutto dell’immaginazione di designer e ingegneri incaricati dello sviluppo della ‘Berlinette del XXI secolo’, Alpine Vision Gran Turismo è entrata nelle case del mondo intero nelmarzo 2015. I possessori del gioco Gran Turismo 6 possono scaricare questo modello virtuale e ritrovarsi ai comandi della più incredibile delle Alpine. In omaggio alla bellezza e al piacere della scoperta, si è deciso di produrre anche un esemplare su scala 1:1 di questa concept-car.

La storia inizia nel mese di luglio del 2013, quando lo studio Polyphony Digital Inc. – incaricato dello sviluppo del gioco PlayStation® Gran Turismo – propone ad Alpine di raccogliere una sfida, progettando un’auto virtuale. Intorno al tavolo, entusiasmo e passione si incontrano. Immediatamente, le équipe di Alpine si coinvolgono nel progetto, con lo stesso rigore che dedicano allo sviluppo del futuro modello di serie.

Dopo un concorso interno, che ha coinvolto una quindicina di designer, viene scelto il progetto di Victor Sfiazof: «È un’autentica sportiva, che celebra il piacere di guida e la passione automobilistica. Molteplici le allusioni al passato, al presente e al futuro. La scelta di una configurazione “barchetta” deriva direttamente dall’Alpine A450 schierata alla 24 Ore di Le Mans. Anteriormente, l’ispirazione proviene piuttosto dall’A110. I deflettori verticali posteriori si riferiscono maggiormente alle A210 e A220, e conferiscono grande eleganza alla linea. Da vero appassionato di aeronautica, ho anche cercato di inserire degli elementi di questo universo, tra cui gli aerofreni, che assicurano un aspetto ancora più tecnologico nella visione posteriore. Questo modello esclusivo integra anche alcuni riferimenti alla futura Alpine, ma non possiamo dire niente di più!».

La scoperta di Alpine Vision Gran Turismo inizia dal frontale, che ricorda effettivamente l’A110. Il cofano spiovente a V è sottolineato da una nervatura che percorre l’asse di simmetria dell’auto. Un’ulteriore riferimento agli anni ’60 sono i proiettori a LED a forma di X, che ricordano le croci di chatterton nero che proteggevano i fari addizionali delle Berlinette da rally. Questi riferimenti al passato si armonizzano con un’aerodinamica particolarmente attuale: uno splitter dirige il flusso d’aria ai due lati della scocca, svelando in tal modo i triangoli delle sospensioni.

Il profilo suscita nuove emozioni. Larghe prese d’aria canalizzano il flusso che defluisce dietro le ruote anteriori, sottolineando la forma ristretta della scocca. Favorendo l’armonia generale, i lunghi deflettori laterali posteriori ricordano, a loro volta, le A210 e A220 che si sono distinte alla 24 Ore di Le Mans.

L’appeal della silhouette di Alpine Vision Gran Turismo nasce anche dall’abitacolo aperto. Il pilota è installato a destra, un’architettura tipica del prototipo sportivo, dovuta al fatto che la maggior parte dei circuiti gira in senso orario.

La vista posteriore – la più apprezzata dai gamer - costituisce il fulcro del design di Alpine Vision Gran Turismo. Il fondo piatto si conclude con una forma a ogiva, mentre uno spoiler inferiore collega i passaruota alle parte posteriore della scocca. In linea con la parte anteriore, la carrozzeria lascia intravedere i doppi triangoli delle sospensioni. Le qualità più apprezzabili di Alpine Vision Gran Turismo si rivelano in frenata. Integrati nel profilo della coda, gli aerofreni azionati da pistoni idraulici si dispiegano in un attimo, scoprendo in tal modo anche le luci di stop.

Pur essendo virtuale, Alpine Vision Gran Turismo non poteva comunque rinunciare a un comportamento stradale degno delle sue gloriose antenate. Terry Baillon, ingegnere simulazione e messa a punto telaio del futuro modello di serie, si è quindi occupato del veicolo come se dovesse un giorno scendere sull’asfalto: «Abbiamo definito, fin dall’inizio del progetto, i target in termini di performance e di comportamento di questa Alpine Vision Gran Turismo. Li abbiamo poi tradotti in caratteristiche tecniche. L’obiettivo era ottenere un comportamento finale nel gioco coerente con quanto avevamo immaginato all’inizio. Abbiamo utilizzato i nostri software per lo sviluppo, prima di inviare i dati alla Polyphony Digital per la modellizzazione del veicolo nel videogame».

Con lo sguardo incollato allo schermo e in mano il volante o la maniglia della PlayStation Dual Shock®, sono occorse lunghe sessioni di prova per affinare le regolazioni del veicolo. Al confine tra l'A450 da competizione e la Berlinette del XXI secolo, Alpine Vision Gran Turismo lascia apparire alcuni tratti comportamentali del futuro modello di serie, offrendo parallelamente caratteristiche tipiche dei prototipi impegnati a Le Mans.  Siccome si tratta di una vera Alpine, l'attenzione si è concentrata sull'agilità, la vivacità e il piacere procurato al pilota!

SHOW-CAR ALPINE CÉLÉBRATION DIEPPE


Modello sportivo compatto che si ispira al mondo Alpine nato dalla competizione, Alpine Célébration, presentata qui in configurazione Dieppe, è un coupé biposto dalle linee fluide e pulite. Il blu intenso della carrozzeria ricorda quello del prototipo Alpine, tornato a vincere nelle gare di Endurance nel 2013, mentre il decoro inedito, specificamente creato per il raduno di Dieppe, vuole ricordare la vittoriosa campagna nei rally dell’A110, campione del mondo nel 1973.
Alpine Célébration Dieppe fa rivivere in chiave moderna le intramontabili peculiarità del design Alpine: silhouette bassa, cofano spiovente sottolineato da nervature, fiancate incavate, lunotto caratteristico e altri dettagli che ricordano indubbiamente quelli della A110 e di altri modelli che hanno segnato la gloriosa storia di Alpine.
Inutile ricorrere a espedienti per affermare la propria presenza: la bellezza di Alpine Célébration Dieppe è nella sua sobrietà. Determinata a essere elegante nonostante le linee essenziali e pulite dettate dalla ricerca di efficienza, la show-car Alpine Célébration Dieppe la dice lunga sulla storia di Alpine e sintetizza un design e dei valori familiari integrandoli in chiave moderna: tocchi di carbonio che valorizzano gli elementi più tecnici della carrozzeria, come lo spoiler, le carenature laterali, il diffusore, le prese d’aria posteriori e i retrovisori.
La posizione dei doppi fanali con mascherina e i proiettori tondi centrali ricoperti da una croce bianca ricorderanno agli appassionati gli adesivi apposti un tempo sui fari dei veicoli da corsa: un accorgimento per preservarne l’integrità in caso di collisione.
Lo spoiler, che inquadra un frontale suggestivo, trasmette un’impressione visiva di sostenimento, mentre l’efficacia è sottolineata da carenature laterali dalle linee dritte e acuminate. I retrovisori esterni, dotati di un sottile specchio flottante sopra la cornice, per accrescerne la dinamica, evocano leggerezza ed efficienza aerodinamica. La celebre “A con la freccia” impreziosisce la griglia della presa d’aria, i parafanghi anteriori e il padiglione.
Il design dei cerchi ricorda quello delle A110 e A310, molto in voga negli anni ’70 e lascia intravedere i larghi dischi dei freni anteriori e le pinze dei freni di color arancio. Al centro, un mozzo di alluminio progettato come un getto di fonderia contribuisce al design generale.
La parte posteriore muscolosa accoglie delle prese d’aria sui terzi finestrini laterali per favorire il raffreddamento del motore. Il carter motore, visibile attraverso le stecche del lunotto posteriore, conferma la posizione centrale posteriore del blocco motore.
Sopra i passaruota, le prese d’aria dinamiche convogliano il flusso aerodinamico in uno stile tipicamente Alpine. La parte posteriore del veicolo è caratterizzata da un diffusore prominente che integra un fanale centrale, inquadrato da due terminali di scarico in alluminio spazzolato. È onnipresente l’intenzione di valorizzare gli elementi strutturali dell’auto piuttosto che mascherarli, a vantaggio della leggerezza, dell’agilità e delle performance.
Ciò detto, l’oggetto della presentazione dell’Alpine Célébration Dieppe risiede nel design caratterizzato da curve sensuali, che evoca il piacere di guida con un tocco francese.

LA COMPETIZIONE, FILO CONDUTTORE DELLA STORIA DI ALPINE

Creata da un pilota sperimentato, Alpine è una Marca la cui storia è costellata di successi in competizione, dal Rally di Monte-Carlo alle 24 Ore di Le Mans!

Benché la personalità del coach A106 non sia esattamente quella di un'auto da corsa, piloti del calibro di Jacques Féret o Jean Vinatier si adopereranno per regalargli un medagliere di tutto rispetto, senza dimenticare, ovviamente, il brillante secondo posto ottenuto dallo stesso Jean Rédélé alla Mille Miglia 1955. È anche grazie alla competizione che l’A108 si evolve, creando le basi dell’A110.

Fin dal 1963, Alpine partecipa alle 24 Ore di Le Mans, perseguendo come obiettivo gli "indici di performance" o "di resa energetica" anziché la vittoria assoluta. Con i piccoli motori Gordini, le Alpine brillano per efficienza aerodinamica. Due vittorie consacrano questo impegno: nel 1964 con la M64 di Morrogh / Delageneste e nel 1966 con l’A210 di Cheinisse / Delageneste, brillantemente completate da due triplette per l’indice energetico nel 1966 e 1968.

Il nome di Alpine appare anche nelle classifiche delle monoposto, con un titolo di Campione di Francia F3 per Henri Grandsire nel 1964. Alcuni anni dopo, Patrick Depailler (1971) e Michel Leclère (1972) ottengono lo stesso risultato.

Nei rally, la Berlinette A110 si impone ben presto come arma assoluta. Nel 1968, Gérard Larousse sfiora la vittoria a Monte-Carlo. Ma sarà il team dei ‘Moschettieri’ a regalare al costruttore di Dieppe i sui titoli nobiliari. Jacques Cheinisse, divenuto direttore sportivo di Alpine-Renault, mette insieme un team senza eguali, costituito da Jean-Pierre Nicolas, Jean-Claude Andruet, Bernard Darniche e Jean-Luc Thérier. Il quartetto sarà in seguito rafforzato da altri piloti, tra cui Ove Andersson che si aggiudica la vittoria a Monte-Carlo nel 1971.

Nel 1973, l’équipe Alpine-Renault si impegna per conquistare il primo titolo di Campione del Mondo dei Rally della storia! La stagione inizia alla grande, con la tripletta Andruet / Andersson / Nicolas alla Monte-Carlo. Su tredici manche, la Berlinette si impone per ben sei volte, e su tutte le piazze: Monte-Carlo (Andruet), Portogallo (Thérier), Marocco (Darniche), Acropoli (Thérier), Sanremo (Thérier) e Tour de Corse (Nicolas). Quest'ultimo rally si conclude con il trionfo di una nuova tripletta, a coronamento di un'incredibile epopea! Con abilità, Alpine-Renault diventa Campione del Mondo, davanti a Fiat Abarth e Ford.

La stagione 1973 coincide anche con il rilancio del programma di gare diEndurance, congelato dopo le delusioni delle A220, alla fine degli anni '60. Questa volta l'obiettivo è il vertice del podio. Di anno in anno, la Marca si avvicina alla meta, raggiungendola nel 1978, quando Jean-Pierre Jaussaud e Didier Pironi si impongono sull’Alpine Renault A442-B, con l’A442 di Guy Fréquelin e Jean Ragnotti che si classifica al quarto posto!
Raggiunto questo obiettivo, Renault può biforcare verso la Formula 1 con il motore V6 1500 cm3 turbo.

Anche l’Alpine A310 vive i suoi momenti di gloria, con i successi conseguiti da Jean Ragnotti, Bruno Saby, Jean-Pierre Beltoise (tutti e tre Campioni di Francia di Rallycross dal 1977 al 1979) e Guy Fréquelin (Campione di Francia dei Rally 1977). Dopo l’organizzazione dell’Alpine Europa Cup – disputata in apertura dei Gran Premi di Formula 1 con le GTA – la Marca si ritira dalle competizioni nel 1988.

Alla fine del 2012, con l'annuncio della rinascita di Alpine, si inizia subito a pensare al ritorno alle competizioni. Stipulando una partnership con il team Signatech, Alpine partecipa al Campionato Europeo di Resistenza (ELMS) e alla 24 Ore di Le Mans. Fin dalla prima stagione, nel 2013, l’A450 si aggiudica il titolo europeo. Il team Signatech-Alpine conserva la corona nel 2014, ottenendo anche un podio di categoria LM P2 a Le Mans. A questa performance si aggiunge un 7o posto nella classifica generale, ossia il secondo miglior risultato della storia, dopo la vittoria del 1978! Ma la storia proseguirà nel 2015, con l’impegno nel Campionato del Mondo d’Endurance (WEC)…


ALPINE A450B

Il nome evoca l’eredità delle A441, A442, A442b e A443, che hanno corso e vinto a Le Mans durante gli anni ’70.
Evoluzione dell’Alpine A450 schierata dal 2013, l’auto rivendica il suo patrimonio con la cifra “50” che simbolizza il 50° anniversario della prima partecipazione ufficiale di un’Alpine alla 24 Ore di Le Mans nel 1963.
Alpine A450B è conforme alla normativa ACO LM P2, coerente con l’idea di frugalità intelligente raccomandata dalla Marca. Questi prototipi con telaio monoscocca in carbonio devono rispettare rigidi criteri di costi.
Due le due vittorie al Campionato ELMS LMP2, fin dalla sua prima partecipazione nel 2013 e poi nel 2014, dopo il podio alla 24 Ore di Le Mans nella sua categoria nel 2014, l’équipe Signatech-Alpine si è impegnata nel WEC (FIA World Endurance Championship) con i piloti francesi Paul-Loup Chatin, Nelson Panciatici e Vincent Capillaire.
Sono autorizzate due evoluzioni tecniche all’anno: una prima della prima prova della stagione e una seconda prima della 24 Ore di Le Mans.
Adottando una base comprovata, Alpine A450B monta un motore derivato da un blocco che equipaggia dei modelli di serie dell’Alleanza Renault-Nissan.


Telaio: Alpine A450B
Motore: V8 Nissan VK45 550 cv.
Trasmissione: XTrac 6 rapporti
Velocità massima: 330 km/h
Lunghezza: 4,61 m
Larghezza: 1,95 m
Passo: 2,87 m
Peso: 900 kg
Sterzo: Servosterzo idraulico
Pneumatici: Dunlop
Freni: Carbonio – Brembo


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CS - ALPINE CELEBRA IL SUO SESSANTESIMO ANNIVERSARIO A DIEPPE

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